WeFi punta sul "deobanking" mentre le criptovalute cercano un punto d'appoggio mainstream
In Breve
WeFi, una "deobank" fondata da Maksym Sakharov e Reeve Collins, mira a trasformare il crypto banking in un servizio bancario quotidiano con conti on-chain, rendimenti da stablecoin e strumenti mobile-first, affrontando al contempo le sfide normative e puntando all'inclusione finanziaria.
Quando più di 2,000 persone si sono radunate al Queen Sirikit National Convention Center di Bangkok lo scorso giugno, lo spettacolo avrebbe potuto essere scambiato per un raduno tecnologico o persino per un concerto pop. Le apparizioni di celebrità, una certificazione del Guinness dei Primati e una lotteria Ferrari hanno fatto da sfondo alla giornata. Ma sotto la teatralità, il deobank WeFi stava cercando di rispondere a una domanda ricorrente: il crypto banking può diventare un servizio bancario ordinario?
Costruire una banca on-chain
Fondata da Maksym Sakharov e Reeve Collins, uno dei creatori originali di Tether, WeFi si definisce una "deobank", una banca decentralizzata on-chain. Il punto è che le neobanche, nonostante le loro eleganti app mobile, si affidano ancora a infrastrutture bancarie legacy. Questa dipendenza spesso si traduce in commissioni, ritardi e colli di bottiglia normativi ereditati dal vecchio sistema.
Il modello di WeFi è diverso. Si basa interamente sulle criptovalute, offrendo conti non custodiali, rendimenti basati su stablecoin, carte per le spese quotidiane e persino prelievi bancomat. Per usare le parole di Sakharov: "Non stiamo applicando patch al sistema. Lo stiamo ricostruendo on-chain."
Dall'esclusione finanziaria al design mobile-first
Le ambizioni dell'azienda vanno oltre i primi utilizzatori. Circa 1.4 miliardi di persone rimangono senza accesso ai servizi bancari In tutto il mondo, con una quota elevata in Asia. Paesi come Filippine e Malesia illustrano il divario: uso diffuso del telefono cellulare, ma ricorso al contante o a canali di rimesse ad alto costo.
WeFi si rivolge a questa fascia demografica con un'interfaccia mobile-first progettata per assomigliare alle app fintech più familiari. L'idea è quella di ridurre la curva di apprendimento: gli utenti gestiscono saldi tokenizzati in valute fiat e criptovalute tramite semplici strumenti per pagamenti, risparmi e trasferimenti. Dietro le quinte, gli smart contract gestiscono le ricompense di staking e le funzionalità finanziarie programmabili, ma il front-end mira a essere intuitivo.
Gestire la conformità mantenendo la decentralizzazione
Una delle questioni più spinose per qualsiasi esperimento di cripto-banking è la regolamentazione. WeFi ha perseguito quella che definisce una "strategia di licenze distribuite". Le società del suo gruppo detengono una licenza Money Services Business in Canada, una registrazione VASP nella Repubblica Ceca e ulteriori richieste sono in corso di elaborazione in altre giurisdizioni.
I conti stessi non sono custodiali, il che significa che sono gli utenti, non l'azienda, a controllare i loro asset. Questa distinzione riduce gli obblighi diretti dell'azienda in materia di identificazione dei clienti. Ma non elimina il controllo normativo. Le autorità globali stanno esaminando sempre più attentamente i rendimenti delle stablecoin e DeFi-servizi collegati, settori in cui WeFi ha promesso rendimenti sui depositi fino al 18%.
L'equilibrio tra spettacolo e strategia
Al vertice di Bangkok, WeFi si è assicurato un Guinness World Record per i partecipanti contemporanei al livestream su YouTube: 121,348 durante un evento precedente. Il riconoscimento era simbolico. In un settore spesso accusato di gonfiare i numeri, avere una metrica certificata era importante. Insieme a una lotteria Ferrari e al sostegno di celebrità, la campagna ha sottolineato quanto la visibilità sia diventata parte integrante della battaglia per la legittimità della criptofinanza.
Ma visibilità e adozione non sono la stessa cosa. La sfida ora è se il mix di autocustodia, licenze e packaging a misura di consumatore possa sopravvivere al di fuori del palcoscenico della conferenza. Promesse simili nel settore hanno faticato a realizzarsi di fronte a resistenze normative o carenze nella sicurezza.
Verso un decennio di banking “on-chain”
Guardando al futuro, Sakharov e il suo team descrivono un orizzonte decennale in cui le criptovalute saranno alla base della maggior parte delle transazioni finanziarie. Prevedono un utilizzo diffuso di conti stablecoin ad alto rendimento, prestiti on-chain e sistemi di gestione delle buste paga programmabili. WeFi è uno dei numerosi progetti che sperimentano il modello di "conto bancario on-chain", un approccio che combina stablecoin, DeFi protocolli e reti di carte per creare conti verificabili, programmabili e interoperabili con i sistemi fiat.
Resta da chiarire se questi esperimenti resisteranno alle esigenze pratiche di conformità, tutela degli utenti e volatilità del mercato. Per ora, la campagna di visibilità di WeFi l'ha collocata tra gli sforzi più riconoscibili per trasformare il blockchain banking da un'idea di nicchia a un servizio familiare ai consumatori di tutti i giorni.
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Circa l'autore
Alisa, una giornalista dedicata al MPost, è specializzato in criptovaluta, prove a conoscenza zero, investimenti e nel vasto regno di Web3. Con un occhio attento alle tendenze e alle tecnologie emergenti, offre una copertura completa per informare e coinvolgere i lettori nel panorama in continua evoluzione della finanza digitale.
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